In generale, sentirsi depressi significa vedere il mondo attraverso degli occhiali con le lenti scure: tutto sembra più opaco e difficile da affrontare, anche alzarsi dal letto al mattino o fare una doccia. Molte persone depresse hanno la sensazione che gli altri non possano comprendere il proprio stato d’animo e che siano inutilmente ottimisti.
Le varie forme di depressione
Tra i disturbi depressivi più frequenti troviamo il disturbo depressivo maggiore, il disturbo depressivo persistente (distimia), il disturbo disforico premestruale. Una forma di depressione molto comune è anche la Depressione Post- Partum che colpisce le donne poco dopo aver dato alla luce un figlio. La caratteristica comune di tutti questi disturbi è la presenza di umore triste, sensazioni di vuoto e irritabilità, accompagnati da cambiamenti somatici e cognitivi che influenzano in modo significativo la capacità di funzionamento dell’individuo. Ciò che differisce tra loro sono la durata, il tempismo o la presunta etiologia (DSM V, 2013).
La Depressione è un disturbo del tono dell’umore, funzione psichica importante per l’adattamento. L’umore è generalmente flessibile: quando gli individui vivono eventi o situazioni piacevoli, esso flette verso l’alto, mentre flette verso il basso in situazioni negative e spiacevoli. Chi soffre di depressione non mostra questa flessibilità, ma il suo umore è costantemente flesso verso il basso, indipendentemente dalle situazioni esterne.
Non a caso, dunque, chi presenta i sintomi della depressione mostra frequenti e intensi stati di insoddisfazione e tristezza, tendendo a non provare piacere nelle comuni attività quotidiane. Le persone che soffrono di depressione vivono in una condizione di costante malumore e con pensieri negativi e pessimisti circa sé stessi, gli altri e il proprio futuro.
Tuttavia, Beck e Alford (2009) sostengono che ci sono molte componenti della depressione diverse dalla sola deviazione dell’umore. Secondo la loro esperienza e i loro studi, è anche possibile che nessuna anomalia dell’umore sia presente nel paziente. I due autori, oltre al tono dell’umore, propongono infatti altri importanti elementi che caratterizzano il disturbo:
l sintomo soggettivo prevalente è la sensazione di essere inutile, negativo o continuamente colpevole che può arrivare all’odio verso di sé
La caratteristica principale dei sintomi depressivi è la pervasività: sono presenti tutti i giorni per quasi tutto il giorno per almeno 15 giorni, causando un disagio clinico significativo e compromettono il normale funzionamento sociale, lavorativo o in altre aree importanti per la persona.
“Sembra tutto così impossibile, senza speranza” disse Karen. Abbassò lo sguardo verso le mani, dai suoi occhi presero a scendere le lacrime. “Al mattino faccio fatica ad alzarmi: punto la sveglia, ma non ho nessuna voglia di trascinarmi fuori dal letto. All’idea di andare al lavoro mi sento morire. Non mi aspetto niente dalla giornata che sta per iniziare. Mi ritrovo a piangere senza motivo, vorrei solo poter tornare a dormire, per sempre.”
Il DSM mette in primo piano i sintomi biologici e somatici della depressione, ma trascura i vissuti soggettivi.
Molti studi sottolineano che i sintomi soggettivi come l’umore depresso, i sentimenti di disperazione e l’autosvalutazione hanno la stessa se non maggiore importanza dei sintomi biologici.
La depressione può colpire chiunque. La letteratura è concorde nel dichiarare che è spesso un sentimento di perdita a causare il manifestarsi del disturbo. Tuttavia le cause della depressione restano molteplici e diverse da persona a persona (ereditarietà, ambiente sociale, lutti familiari, problemi di lavoro,…). Le ricerche mostrano la presenza di due fattori di rischio principali come cause della depressione:
Le conseguenze della depressione si possono riscontrare in diversi ambiti della vita del paziente. Chi ne soffre, infatti, ha importanti ripercussioni sulla vita di tutti i giorni, dalla famiglia al lavoro. L’attività scolastica o professionale della persona depressa può diminuire in quantità e qualità soprattutto a causa dei problemi di concentrazione e di memoria che tipicamente presentano le persone con depressione. Questo disturbo, inoltre, porta al ritiro sociale e con il tempo danneggia le relazioni con il/la partner, figli, amici e colleghi.
In chi soffre di depressione, l’umore condiziona anche il rapporto con sé stessi e il proprio corpo. Tipicamente, infatti, chi è depresso ha difficoltà a curare il proprio aspetto, mangiare e dormire in modo regolare.
Non bisogna trascurare le conseguenze della depressione a livello fisico: l’American Heart Association (2014), ad esempio, ha evidenziato che la depressione è associata ad un aumentato rischio di sviluppare malattie cardiovascolari e cerebrovascolari. La depressione, se non trattata, peggiora gli esiti dell’insufficienza cardiaca e si associa ad una maggiore mortalità.
Chi soffre di depressione va incontro ad un ulteriore costo molto alto da pagare: soffrire a lungo e in forma grave del disturbo porta l’individuo a pensare, e spesso tentare, il suicidio. Molte volte infatti, chi soffre del disturbo si toglie la vita lasciando nel pieno sconforto amici e parenti.
Nel trattamento della depressione si ricorre alla terapia con antidepressivi e alla psicoterapia, entrambe di fondamentale importanza.
La Terapia Cognitivo-Comportamentale (TCC) ha dimostrato scientificamente una buona efficacia sia sui sintomi acuti che sulla ricorrenza. A volte è necessario associare la TCC ai farmaci antidepressivi o ai regolatori dell’umore, soprattutto nelle forme moderate-gravi.
L’associazione della Terapia Cognitivo-Comportamentale ed i farmaci aumentano l’efficacia della cura.
Nel corso della Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale la persona viene aiutata a prendere consapevolezza dei circoli viziosi che mantengono e aggravano la malattia e a liberarsene gradualmente attraverso la riattivazione del comportamento e l’acquisizione di modalità di pensiero e di comportamento più funzionali.
Inoltre, dal momento che la depressione è un disturbo ricorrente, la TCC prevede una particolare attenzione alla cura della vulnerabilità alla ricaduta. Per far questo utilizza anche specifici protocolli, come la Schema-Therapy, il lavoro sul Benessere Psicologico e la Mindfulness.